La Grecia siamo noi! Siamo tutti
europei!
Appello alla mobilitazione dei cittadini europei per la
Grecia e per l’Europa il 9 e il 27 giugno 2012.
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Paneuropean
action "We are all Greeks ! We are all Europeans!" on June, 9th.
European people demonstrating for the United States of Europe in Athens,
Genova, Bruxelles, Milan, Rome, Florence, Dusseldorf, Tortona and
Paris. (photos editing by Nicola Vallinoto)
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Noi vogliamo che la Grecia resti nell’Eurozona.
Noi cittadini e cittadine d’Europa, impegnati in movimenti, forze sociali e
partiti progressisti ci opponiamo al sacrificio della democrazia e della
partecipazione dei popoli alle decisioni che li riguardano in nome della
necessità di rassicurare i “mercati”. Siamo solidali con coloro che in Grecia,
come in molti altri paesi europei, vedono il loro futuro con angoscia e si
sentono indifesi di fronte ad una crisi che pare senza prospettive. Al tempo
stesso pensiamo che sia possibile ritrovare la strada della solidarietà e della
coesione europea definendo un percorso realistico di uscita dalla crisi, non
solo per la Grecia ma per tutta l'UE.
È un’illusione pensare che “Grexit” possa salvare l’euro e
l'UE. Lo stesso vale per le draconiane misure di taglio indiscriminato della
spesa pubblica, dove investimenti, spesa sociale, sprechi e malgoverno sono
messi tutti sullo stesso piano, con effetti devastanti sulla vita di milioni di
europei e sulle loro aspettative per il futuro.
Alla paura del futuro occorre sostituire la coesione e la democrazia
sovranazionale. Il popolo greco è la prima vittima del malgoverno e della
corruzione di molti politici ed attori economici, oltreché della mancanza di un
vero governo europeo. Ma per porre davvero un rimedio a questo grave
avvitamento, occorre che l’UE giochi una parte ben diversa rispetto a quella proposta
dal duo Merkozy, dal FMI e dalla Commissione. L’UE deve scegliere se affossare
se stessa e tornare a un’epoca rischiosa dei tutti contro tutti o rilanciare il
progetto di un’Unione federale a partire da un governo democratico europeo, con
un bilancio corrispondente alle sue ambizioni, che possa emettere eurobonds e sia responsabile di fronte
al Parlamento.
Il primo, fondamentale banco di prova è cosa verrà fatto per e con la
Grecia in questo delicato periodo prima delle elezioni del 17 giugno. Sta anche
all’UE e ai suoi Stati membri dare un segnale positivo, subito.
La battaglia verte oggi intorno al Memorandum sottoscritto dal Governo
greco, dall'UE e dal FMI. Siamo convinti che l’imposizione pura e semplice, nei
termini previsti, del Memorandum così com’è, sia inaccettabile e
controproducente.
Chiediamo allora che le istituzioni europee, in primo luogo, si attivino
per:
1. riaprire la discussione sui punti più socialmente devastanti del
Memorandum stesso;
2. definire scadenze realistiche e fattibili per la messa in atto delle
riforme necessarie che non possono però continuare a scardinare lo Stato
sociale, lasciando inalterate le spese militari e i privilegi della Chiesa e
non ripartendone equamente i costi.
3. Lanciare subito un piano di aiuti economici e finanziari per la Grecia,
basato non sui soliti progetti di infrastrutture faraonici e fallimentari , ma
su un Green New Deal che descriva un
percorso centrato sulla riduzione della dipendenza dalle fonti fossili, sulla
riconversione ecologica della Grecia, ma anche su una dura battaglia alla
corruzione e un uso efficace dei Fondi europei. Occorrono poi garanzie europee
per permettere di congelare tutti i programmi di armamento, e un deciso
sostegno dell'UE per ottenere dati dettagliati sui depositi greci nelle banche
svizzere e di altri paesi.
Ma non basta “salvare” la Grecia. E’ l’intero
progetto dell’UE che oggi è a rischio, ferito dall’ideologia neo-liberista,
dall’egoismo dei governi nazionali e dall’illusione che per riportare la
fiducia sia necessario smantellare lo Stato sociale e ricostruire le frontiere.
Questa ricetta, imposta non solo alla Grecia, ma anche a numerosi altri paesi
dell’Europa meridionale e
orientale, non funziona.
Per superare la crisi occorrono due azioni
parallele.
La prima che superi la logica repressiva del “Fiscal
Compact” e lo renda del tutto inoperante, attraverso il lancio, a partire
dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea, di una nuova serie di
misure che ri-orientino le risorse europee verso un piano europeo di sviluppo
ecologicamente e socialmente sostenibile – finanziato con la tassa sulle
transazioni finanziarie, con la carbon tax e con project bonds. In secondo luogo, dobbiamo fare pace con la
democrazia e organizzare, in vista delle elezioni europee del 2014, una
mobilitazione per un’Assemblea costituente, con il compito di redigere una
Costituzione federale da sottoporre al giudizio dei cittadini europei tramite
un referendum pan-europeo.
Non possiamo lasciare la responsabilità nelle
sole mani dei governi e della Commissione europea. Il Parlamento Europeo deve
riprendere l’iniziativa lanciando un urgente dibattito pubblico intorno a
concrete proposte di nuove leggi per affrontare la crisi e avviando un nuovo
processo costituente.
E’ ora di agire. Non c’è più tempo da
perdere.
Europa, 31 maggio 2012
Aderisci
all'appello alla mobilitazione dei cittadini europei per la Grecia e per
l’Europa il 9 giugno 2012 e il 27 giugno 2012. Organizza un
evento (flash mob, sit-in, pic-nic ecc.) nella tua città.
Scrivi a genova@mfe.it, tel.
+39.347.0359693
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